C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones
Breve introduzione al Beat – Alessandro Magnani
Il Rock and Roll è nato in America intorno alla metà degli anni ’50, invase a macchia d’olio le culture giovanili occidentali portando freschezza di stile e di contenuti. Finalmente un genere musicale che si contrapponeva con forza agli stilemi delle generazioni precedenti. Fu il primo movimento culturale del dopoguerra indirizzato e seguito dai giovani.
In Europa il Rock and Roll, soprattutto in Inghilterra, si mescolò presto con i generi seguiti fino a quel momento: il Jazz, il Rhytm and Blues, il Blues, lo Skiffle, il Surf e creò un nuovo genere musicale. Nacque la musica Beat.
Il Beat (dal verbo inglese “to beat” battere) ebbe origine in Inghilterra nei primi anni sessanta e si sviluppò prima in Europa e America e finì per contagiare il mondo intero. Lo stile era semplice, non c’era bisogno di virtuosismi ed i contenuti abbracciavano le tematiche giovanili: dalla libertà di costume (apparvero allora le prime minigonne e i primi capelloni), ad argomenti più impegnati. In special modo il Folk Beat curò temi come l’antimilitarismo, la libertà, l’uguaglianza di genere, la voglia di conoscere il mondo nelle sue differenze culturali e religiose. La Beat Generation fu un movimento culturale esteso, con autori come Kerouac, Ginsberg ed altri. Il gruppo che più di tutti incarnò l’immagine del Beat furono i Beatles. Nei primi anni si ripescava dal repertorio degli anni ’50: nel Blues, nel Rock and Roll e nel Rhythm and Blues reinterpretandoli in una veste più moderna.
In Italia il Beat scoppiò come un fulmine a ciel sereno. Più che in Inghilterra si accentuarono le contraddizioni sociali (normali/benpensanti, giovani/matusa). A differenza dei paesi anglosassoni i locali ‘per la musica beat’ sono arrivati solo intorno alla metà degli anni sessanta (lo storico Piper di Roma inaugurò nel 1965). La vita Notturna in Italia si svolgeva tra Night Club, Balere e nelle Rotonde estive e fu lì che fecero le prime comparse i gruppi di “capelloni”. Non ci fu paese pur piccolo che fosse che non avesse almeno un gruppo Beat. Tutte italiane furono le Messe Beat, gruppi nati negli oratori che per un breve periodo interpretarono testi religiosi con musica beat: Barritas, The Bumpers, Angel and The Brains, Gli Amici e soprattutto il compositore Marcello Giombini.
Dall’Inghilterra, dove le bands abbondavano, si mossero verso tutta Europa gruppi in cerca di fortuna. L’Italia, al tempo, riscuoteva alta considerazione nel mondo per la sua storia millenaria e per l’altissimo livello di produzioni cinematografiche, letterarie ed artistiche. Un piccolo esercito di band inglesi sono venute da noi, per esempio: Rokes, Sorrows, Renegades, Primitives, Rocky Roberts and The Airedales, Motowns, solo per citarne alcune. Numerosi sono stati pure i tributi di artisti di statura internazionale con canzoni cantate in italiano, fra i tanti: David Bowie, Louis Armstrong. Rolling Stones, Stevie Wonder, Dionne Warwick, Arthur Brown, Yardbirds, Hollies, Los Bravos, The Rascals, Wilson Pickett. Ma il fenomeno che più di tutti rappresentò il Beat fu il rifacimento di brani internazionali cantati dai nostri complessi in italiano spesso cambiando il titolo e stravolgendo il significato dei testi originali.
È questo l’aspetto che voglio evidenziare in questo dj set. Infatti saranno proposte esclusivamente covers di brani stranieri in italiano o artisti stranieri che si cimentano cantando in italiano. Molti saranno riconosciuti come brani italiani da quan
te volte li abbiamo sentiti senza sapere che fossero delle cover, altri invece saranno palesemente smascherati da quanto invece sono conosciuti nelle versioni originali. Furono molte le bands (soprattutto inglesi) che vennero reinterpretate, vi faccio alcuni esempi: Animals, Sonny and Cher, Bob Dylan, Beatles, Los Bravos, Rolling Stones, Moody Blues, Monkees, Spencer Davis Group, Troggs, Jefferson Airplane, Small Faces, Blues Magoos, Kings, Zombies, Yardbirds, Doors e molti altri che scoprirete di brano in brano.
L’audio di alcuni brani non sarà ottimale: è il prezzo dovuto a supporti originali e rari.